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Risposta del Sindaco Tagliani al Prof. Leonzio Rizzo su "EMERGENZA ABITATIVA"

Comunicato stampa

20-02-2014

Caro professore Leonzio Rizzo, dissento rispetto alle critiche che lei muove all’appello sull’emergenza abitativa che ho rivolto ai cittadini, associazioni ed imprese. Ritengo che lei abbia torto, probabilmente per mancanza di esperienza amministrativa e di quel briciolo di umiltà che a noi sindaci è imposto dal contatto quotidiano col bisogno, un bisogno che ogni mattìna ci si presenta con nomi e volti diversi, ma con lo sguardo drammaticamente identico della povertà. A suo avviso mancano le idee, ci vorrebbero decisioni strutturali. Questa amministrazione ha consegnato 76 nuovi alloggi lo scorso anno e ne consegnerà altri 42 nel 2014. Nuovi interventi di social housing (circa 200 alloggi in affitto permanente) sono in corso di progettazione e prevedono una collaborazione, anzi di più una partenrship con i privati recuperando una parte degradata del patrimonio immobiliare della città. Pensa forse si tratti di un caso fortuito, di una vincita al lotto? non è piuttosto una oculata idea di programmazione, una "idea" di collaborazione nuova fra ente locale ed Acer per la realizzazione di progetti innovativi anche sul piano della tecnologia delle costruzioni ? A Ferrara sono oltre 3.000 (!) gli alloggi pubblici a canoni sociali (poche decine di euro al mese) che, quando pagati, non coprono neppure gli oneri di manutenzione. Lo sa che l'azzeramento del fondo sociale ha prosciugato da molti mesi i contributi sull'affitto, proprio quei contributi che lei auspica senza però indicare una possibile fonte del loro finanziamento? Tra le nostre "idee" divenute fatti non c'è solo far pagare un IMU più alta alle abitazioni sfitte che a quelle locate, c'è anche l’abolizione della Tares sulle seconde case e sugli affitti. Questa decisione, mi creda, non è stata né semplice né scontata: abbiamo dovuto reperire le risorse che il Governo si aspettava ricavassimo da questo gettito, e a cui noi invece -proprio ai fini di incentivare l'affitto- rinunciamo. Aggiungo che abbiamo ridotto l’addizionale IRPEF senza tagliare i servizi. Infine non posso non citare l'Agenzia casa, che mette in contatto inquilini ed affittuari in un quadro di garanzie pubbliche, ed è stata pensata proprio per “attirare” le poche disponibilità private esistenti. Lei non immagina quante idee occorrano per far quadrare i bilanci in contesti come questo, un mare di idee ! Lei suggerisce misure strutturali come dirottare il gettito IMU sull’ edilizia sociale. Caro Professore, questa non è una idea, è una artifizio retorico: se i soldi dell'IMU fossero dirottati sulla edilizia sociale ( cioè quella che ha requisiti di accesso bassissimi e che crea in ogni caso ulteriore spesa) dove troveremmo le risorse - già scarse - per ciò che oggi finanziamo a stento con l'aliquota IMU più bassa della regione? Dovremmo smettere di far manutenzioni alle strade ? dovremmo chiudere le scuole? non dovremmo più pagare gli stipendi? Ci dia qualche idea! Aggiungo che l’edilizia sociale (ERP) oggi è solo una parte del problema. Che tipo di soluzione proponiamo a coloro che sono esclusi dalle graduatorie ERP ma hanno comunque lo sfratto esecutivo? Che risposta posso dare all'anziano esodato, in attesa di pensione, sfrattato per morosità che la settimana scorsa mi chiedeva anche solo un garage dove ricoverare i suoi pochi mobili? o ai due giovani sposi senza reddito e con sfratto esecutivo dal il 31 gennaio? Queste, e purtroppo tanti altri, non sono casi astratti, sono persone vere che vengono nell’ufficio del sindaco e gli raccontano la loro disperazione guardandolo negli occhi. Mi dispiace, caro professore, ma non me la sento di dir loro – come lei propone- che dobbiamo attendere l’intervento normativo sul Patto di stabilità . Lei suggerisce un sostegno economico per i mutui: ammesso e non concesso che sia legittimo, si immagina che cosa significherebbe per il bilancio? Ha una idea delle sofferenze bancarie sui mutui privati ? Le è giunta voce che la crisi economica globale che stiamo attraversando ha tra le proprie origini una bolla speculativa, scoppiata negli Stati Uniti, a causa del mancato pagamento dei mutui sulle abitazioni? E’ facile prospettare concetti astratti e ricette suggestive, ma se si vuole andare oltre le battute d’effetto, occorrono risposte credibili, efficaci, praticabili. Poco mi interessa che il mio appello alla solidarietà venga definito paternalistico, perché ciò che importa è la sua onesta, il fatto che parli in modo chiaro delle difficoltà che stiamo attraversando, del bisogno di risposte oggi e non “ non post mortem”, che non abdichi alle responsabilità, e soprattutto che non abbia la presunzione di chiamare "Idea" quella che idea non è. Per il momento prendo atto, con soddisfazione, che già un paio di imprenditori ci abbiano proposto la cessione gratuita ed anticipata di appartamenti. E’ ancora poco? Forse. E’ benevolenza paternalistica? Può darsi, ma di sicuro non è accademia. Tiziano Tagliani